Come insegnare il latino e il greco ai tempi dell'Intelligenza Artificiale
dall'articolo di Marco Ricucci (Corriere della Sera Milano 28-11-2024)
Il metodo del professor Giampiero Ruggiero, monitorato dall'Università del Salento, cerca di incuriosire gli alunni insegnando a usare le lingue classiche in contesti concreti
Ha ancora senso insegnare il latino ai tempi dell’Intelligenza Artificiale e dell’introduzione delle soft skills? Come disse Cartesio, è questione di metodo. Senza dubbio l’istruzione classica è, da qualche anno, in crisi, di fronte al diffondersi della «semplificazione» del mondo che ci circonda a discapito della complessità, della «liquidizzazione» che caratterizza la società contemporanea secondo la lezione di Bauman, della tecnologia che sostituisce il pensiero strutturato e sistematico. Eppure passione, preparazione, studio e impegno hanno portato Giampiero Ruggiero, docente di greco e latino in un liceo salentino, a inventare l’omonimo metodo, per insegnare le lingue classiche agli adolescenti di oggi. Il Metodo Ruggiero, che vanta una sperimentazione didattica sotto il monitoraggio dell’Università del Salento, si sta diffondendo piano piano in tutto lo Stivale, con grande curiosità e successo, in quanto il metodo grammaticale-traduttivo, tradizionalmente «il» metodo, non sembra più avere una sua efficacia nei ragazzi di oggi.Il metodo denominato Ruggiero ha il pregio di coniugare armonicamente l’acquisizione e l’apprendimento delle lingue classiche attraverso un taglio pragmatico ed operativo ed una sistematizzazione nuova del sillabo grammaticale, più funzionale all’effettiva utilità che alla sistematica conoscenza: sarà utile sapere che ravis (la raucedine) fa l’accusativo in im anziché in em? Facciamo un esempio pratico più specifico, per capire meglio, per lo studio di una regola grammatica: l’uso del gerundio latino che, come un false friend, è assai diverso da quello italiano. Chi ha studiato il latino nella maniera tradizionale ricorderà liste di vocaboli da memorizzare senza un criterio chiaro: era solo uno sforzo inutile perché c’era l’ancora di salvataggio del dizionario! Col Metodo Ruggiero, studiando, ad esempio, il lessico specifico del corpo umano, gli alunni non imparano solo i termini unitamente alle loro desinenze, sempre con l’ausilio di immagini, ma assimilano gradatamente anche elementi morfo-sintattici dell’uso del gerundivo in maniera concreta, formulando in maniera attiva semplici frasi di senso compiuto che comportano l’uso della regola grammaticale, oggetto di studio: «ad scribendum calamo utor» (uso la penna per scrivere), «ad capiendum manu utor» (uso la mano per afferrare), «ad mandendum dentibus utor» (uso i denti per masticare). Partendo da frasi semplici e di chiara evidenza semantica, gli alunni, in questo modo, vengono guidati prima nell’acquisizione del significato del verbo utor e del gerundio con valore finale.